Titolo inglese: Okùnchiràn Emergency in Cambogia
Anno: 2006
Durata: 50'
Regista: Claudio Rubino & Emanuele Scaringi
Autore: Vauro Sanesi & Emanuele Scaringi
Direttore della fotografia: Claudio Rubino
Montatore: Tanna Di
Musiche: Nicola Tescari
Producer: Domenico Procacci
Società di produzione: Fandango & Emergency
Colore: Color
Formato: BETACAM SP
Lingua originale: italiano - cambogiano (khmer)
Sottotitolo: italiano
Genere: Human Interest & Investigation, Reportage & Current Affaires
Tema: Diritti umani - Guerra & Conflitti - Politica & Società
Paese di produzione: Italia
Stato lavori: pronto
Data Uscita: 18-10-2006
Sito web:
Sinossi:
Marzo 2006: Vauro parte per la Cambogia, uno dei paesi più poveri al mondo e con una delle percentuali più alte di mutilati da mine: uno ogni 230 abitanti su una popolazione totale di 13 milioni.
Gli ultimi 30 anni della storia cambogiana sono un perfetto esempio delle conseguenze delle guerre contemporanee: ammontano a circa 8-10 milioni le mine disseminate nel terreno e si fatica a trovare nuove vie di sviluppo in un paese che non conosce nessuna forma di stabilità, economica e sociale.
Emergency ha avviato il suo intervento in Cambogia nel 1997, con la costruzione del Centro chirurgico di Battambang per le vittime di guerra, affiancato nel tempo da altri cinque posti di primo soccorso e da due unità mobili in grado di spostarsi nel paese.
Al centro chirurgico arrivano moltissimi feriti ogni giorno, in gran parte vittime di incidenti stradali e di mine. Pek Kom, 38 anni, è saltato su una mina mentre tentava di raccogliere frutta e funghi nella foresta per cercare di sfamare la sua famiglia. Nel letto d’ospedale è solo. Sua moglie è lontana e non lo può raggiungere. Vauro decide di intraprendere un lungo viaggio all’interno del paese alla ricerca della moglie. Questo forzato on the road gli permette di conoscere e farci conoscere, attraverso immagini uniche e coinvolgenti, uno dei paesi dove nonostante la guerra sia ormai finita da 15 anni, la popolazione vive tuttora in condizioni estreme di povertà e insicurezza, affrontando la vita, comunque, con coraggio e determinazione.
Note:
“Dicono che i Cambogiani non parlino della guerra a causa del fatalismo induista-buddista, della tradizionale riservatezza orientale, o perché era labile il confine fra vittime e carnefici. Forse però non ne parlano perché per molti di loro non è finita la paura, non è finita l’insicurezza, non è finita la lotta sorda e cruenta per la sopravvivenza, non è finita la guerra”. Vauro
Festival:
2007
Arcipelago Film Festival
2006
Festival Internazionale del Film di Roma