Titolo inglese: Golpe in the Green Prison
Anno: 2011
Durata: 55'
Regista: Roberta Ferrari
Autore: Caro Nacho & Roberta Ferrari & Giuseppina Santoro
Direttore della fotografia: Roberta Ferrari & Nacho Caro
Montatore: Cristina Mauri & Chicca Moncada & Giuseppina Santoro
Producer: Giuseppina Santoro
Società di produzione: POPCult & Rice & Beans
Colore: Color
Formato: DVCAM
Ratio: 16:9
Lingua originale: italiano, spagnolo, inglese
Sottotitolo: italiano, spagnolo, inglese
Genere: History & Human Interest & Investigation, Reportage & Current Affaires
Tema: Diritti umani - Guerra & Conflitti - Storia contemporanea
Paese di produzione: Italia
Stato lavori: pronto
Data Uscita: 01-11-2011
Sito web:
Sinossi:
Tegucigalpa, Honduras. Maggio 2011
Zelaya, ex presidente dell’ Honduras, rientra nel paese accolto trionfalmene da più di un milione di persone.
Nel 2009 è stato destituito con un colpo di stato. Rientra dopo due anni di esilio forzato e difficili trattative internazionali.
Il documentario inizia quando il 29 giugno del 2009 un commando militare irrompe nella casa presidenziale, sequestra ed estrada il presidente della repubblica Zelaya. Gli honduregni scendono in piazza, ci sono carri armati, cecchini e i primi morti.
Il documentario racconta la massiccia risposta del popolo e dell’ esercito, coprifuoco e sparizioni forzate. “In Honduras sono tornati gli anni 80! Ricordatevi che sono stati anni di terrore: cimiteri clandestini, squadroni della morte e desaparecidos! ”, denuncia la Minestra degli esteri, Patricia Rodas, scappata la notte del golpe.
Le pacifiche proteste represse dall’ esercito con il sangue, leggi speciali e isolamento del paese si intrecciano nel documentario con i vari tentativi di Zelaya di rientrare nel paese, impediti dall’esercito, fino al 28 maggio 2011, data in cui Zelaya rientra grazie agli accordi internazionali. Troverà ancora i golpisti ma anche una società civile piu’ consapevole, unita nel Fronte Nazionale di Resistenza Popolare, movimento nato nelle piazze, oggi partito politico. “Viviamo in una piccola prigione verde dove però le piante stanno maturando”.