Titolo inglese: Just to let you know that I'm alive
Anno: 2013
Durata: 64'
Regista: Emanuela Zuccalà & Simona Ghizzoni
Autore: Emanuela Zuccalà & Simona Ghizzoni
Direttore della fotografia: Simona Ghizzoni
Montatore: Alina Hervé
Musiche: Simonluca Laitempergher
Producer: Raffaella Milazzo & Giulia tornari
Società di produzione: ZONA
Colore: Color
Formato: HD
Ratio: 16:9
Lingua originale: francese e arabo
Sottotitolo: italiano - inglese
Genere: History & Human Interest
Tema: Guerra & Conflitti - Popoli & tradizioni - Storia contemporanea - Storie al femminile
Paese di produzione: Italia
Data Uscita: 01-10-2013
Sito web:
Sinossi:
Degja, nel 1980, è stata prelevata con la forza da 4 poliziotti in borghese, ha passato 11 anni prigioniera e bendata. La sua unica colpa: essere sposata con un soldato del Fronte Polisario, il movimento di liberazione del Sahara Occidentale, allora in guerra contro il Marocco.
Soukheina ha vissuto per 10 anni in una cella angusta. Poco dopo il suo arresto, la figlia di un anno è morta di stenti: nessuno poteva prendersi cura di lei. Leila, come una moderna Antigone, non riesce a dare sepoltura al cadavere del fratello, ucciso dalla polizia in circostanze ambigue nel 2010: da allora la sua famiglia chiede al governo marocchino l’autopsia sul corpo del ragazzo, ma le autorità non rispondono.
Sparizioni forzate, torture, prigioni segrete, nessun processo e nessuna giustizia. Il Sahara Occidentale, il territorio a sud del Marocco dallo status politico ancora indefinito, ha una storia scandita da una cupa sequenza di violazioni dei diritti umani. E’ considerato l’ultima colonia d’Africa: il referendum per l’indipendenza, nonostante le risoluzioni ONU, è sempre stato rimandato.
Dal 1975 i Saharawi vivono per metà in Sahara Occidentale e per metà nei campi di rifugiati in Algeria, separati da un muro di 2,700 km costruito dal Marocco durante la guerra.
“Just to Let you Know…” dà voce alle donne saharawi che sono state vittime di violenza. Ricostruendo attraverso le loro testimonianze, diari e le vecchie fotografie, la storia del loro popolo da una prospettiva intima e femminile.
Note:
We have focused our work on women’s conditions in several countries. This time, we chose to investigate a very special population in the Arab world, the one who started the Arab Springs in 2010 with the Gdeim Izik protest camp. Moreover, Saharawi women have a total gender equality and occupy prestigious positions also in politics. And the ones who have suffered from enforced disappearance and torture have now become icons of peaceful resistance.
Their stories naturally compose a screenplay made of several voices about a 16-year war, about their everyday life in an occupied territory and, on the other side of the wall that runs through the Sahara, in refugee camps with extremely hard living conditions.
We’ve used different languages as photography, which is able to evocate memories and emotions; archive videos of the war; music by Saharawi female singers.
To us, this movie is an important step of our activism for women’s rights and our commitment in highlightening forgotten stories.